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La voce di Lorella resta alta, sebbene sussurrata, come a riprendere in sé (o a trarre da sé) una malinconia e una tenerezza infinite verso questa Terra straordinaria su cui ci è stato concesso di vivere, ma che spesso, troppo spesso, non rispettiamo, o ciò che è peggio, offendiamo profondamente. "M'immagino d'amore" può, a giusta ragione, rappresentare per noi il ritorno a breve termine di Lorella Crivellaro, che si cimenta ancora con la poesia, ma quest'ultima assume qui gli andamenti e i ritmi della prosa poetica, avvalendosi peraltro assai sapientemente delle preziose "provocazioni" visive di Patrizia Crema.